Auguri a chi per opportunità vive ai margini, o meglio nel torbido. A chi certamente “ci marcia”, ai mistificatori, i violenti, i parassiti.
Auguri a chi vive la strada per necessità, a chi la dignità la costruisce sul poco che ha, a chi conosce il peso del freddo e del caldo, a chi sa cosa significa “patire la fame” o essere preoccupati per la bolletta che non si riuscirà a pagare, a chi vive la propria fragilità mentale con paura e precarietà.
Auguri agli operatori sociali, a chi è in prima linea nell’ordinario, a chi non si risparmia mai – anche davanti a montagne di assurdità – a chi cerca di risolvere i problemi, anche se non sempre con risultati edificanti.